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Vice

 

Lunedì 25 marzo alle 21 al teatro di via Dante il cuneforum organizzato dall'associazione Amici del Teatro con il sostegno dell'Amministrazione comunale ppropone, per il ciclo "Oscar e dintorni", "Vice", biopic del regista americano Adam McKay sul Dick Cheaney, vice presidente di George Bush jr (e prima ancora, con Bush senior, segretario alla Difesa". Protagonista nel ruolo del potente e discusso uomo politico un irriconoscibile (tant'è che il film ha ottenuto l'oscar come miglio trucco) Christian Bale. Con lui, Amy Adams e Steve Carell.


La trama

Wyoming, 1963. Per la seconda volta, il giovane Dick Cheney viene arrestato per guida in stato di ebbrezza. “A quei tempi, un ragazzo del genere veniva definito un fannullone. Ai giorni nostri sarebbe definito uno stronzo”. Ai giorni nostri (nel primo decennio degli anni 2000), quel “fannullone” è stato il presidente de facto della più grande potenza del mondo, gli Stati Uniti, ufficialmente guidata da George W. Bush.

 

Formatosi alla scuola del Saturday Night Live e collaborando con il comico Will Ferrell, Adam McKay si è rivelato clamorosamente con La grande scommessa, travolgente e cinico apologo sul diabolico funzionamento dell'economia americana e la crisi finanziaria del 2007-2008, costruito come un ironico andirivieni dentro e fuori la storia, tra straniamento brechtiano, moduli da sitcom e voice over alla Scorsese. Ci si aspettava dunque molto dal suo biopic sul vicepresidente Dick Cheney; ma stavolta il gioco funziona meno, perché è come se lo sceneggiatore e regista si fosse innamorato delle proprie trovate. Attraverso vari andirivieni temporali, seguiamo l'ascesa di Cheney dopo esser stato espulso dal college, l'incontro con Rumsfeld (Steve Carell), l'ascesa con Nixon e poi con Reagan. Senza dimenticare il privato: la moglie Lynne (Amy Adams), che nel film sembra un incrocio tra Lady Macbeth e Doris Day; il rapporto con la figlia lesbica, suo tallone d'Achille. Ma il fulcro è ovviamente l'ascesa di Bush jr. (Sam Rockwell), dipinto come un perfetto idiota di cui Cheney è il puparo, e il momento-clou è l'attacco alle Torri Gemelle, in cui, dice il film, Dick "vede un'opportunità", e la sfrutta appieno. Il film, che politicamente sembra un po' una versione fiction dei documentari di Michael Moore, è utile come impressionante riepilogo storico: i rapporti con la multinazionale petrolifera Halliburton, il marketing per "vendere" misure fiscali inique (basta chiamare Death Tax la tassa sulla successione, o Climate Change il riscaldamento globale, e il gioco è fatto), la teoria dell'Unitary Executive che accentra ogni potere nelle mani del presidente, la vittoria truffaldina contro Al Gore, le bugie sulle armi di distruzione di massa in Iraq, l'insabbiamento delle notizie su Al Zarqawi che involontariamente favoriscono la creazione dell'Isis. Tutto questo però è non potenziato ma indebolito dallo stile virtuosistico, teso a stupire con continue trovate di scrittura e regia: un narratore che viene svelato a due terzi del film, un finto finale a metà, i montaggi "creativi", le scenette comico-didattiche un po' da cabaret. (Emiliano Morreale, La Repubblica, 3 gennaio 2019)


L'abbonamento a 33 + 3 proiezioni costa 60 euro mentre l'ingresso alla singola proiezione è di 5,50 euro (ridotti per per docenti, studenti e personale LIUC / studenti universitari / over 65: 40 euro abbonamento - 4 euro singola proiezione). Il biglietto di ingresso singolo è di 5,00 euro (ridotto 3,50 euro). Info tel. 0331 480626 e info@cinemateatrodante.it

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