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Gemme veneziane: "IIl giovane favoloso"

La complessità artistica ed esistenziale di Giacomo Leopardi attraverso la sceneggiatura e la regia di Mario Martone e l'interpretazione di Elio Germano

 

La seconda tappa di "Gemme veneziane", il ciclo con cui il cineforum organizzato dall'Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza in collaborazione con l'associazione Amici del Teatro e dello Sport fa assaporare al pubblico le migliori pellicole della recentissima kermesse, affronta l'ultimo film di Mario Martone. Lunedì 15 dicembre alle 21 al teatro di via Dante si proietta "Il giovane favoloso", l'intrepretazione che il regista napoletano ha reso, nell'ambito della sua riflessione sull'Ottocento italiano ("Noi credevamo" del 2011), della figura complessa e problematica di Giacomo Leopardi. Ad interpretare il poeta spauracchio di generazioni di studenti un eccezionale Elio Germano.

La trama

Locandina "Il giovane favoloso"

Giacomo Leopardi è un bambino veramente speciale, cresciuto nella casa di Recanati sotto l'egida del padre, il conte Monaldo. Il piccolo Giacomo non esce quasi mai di casa e avendo a disposizione una vasta biblioteca legge di tutto. Tuttavia, per quanto nelle pagine dei libri si legga di tutto l'universo, l'universo è fuori, lontano, irraggiungibile e la sua mente vuole viaggiare al di fuori delle mura paterne. In questo periodo, attraverso le poesie, Giacomo inizia a dare vita a quell'autobiografia interiore immensa e sofferta che lo porterà a delineare sempre più nitidamente il suo pensiero: un pensiero laico, lucido, una capacità implacabile di scorgere tutte le ipocrisie della società che ha intorno mentre il mondo cambia, l'Illuminismo apre la mente e scoppiano le rivoluzioni.

 

Quando compie ventiquattro anni, Giacomo lascia finalmente Recanati e va alla scoperta del "mondo", riuscendo difficilmente ad adattarsi a causa del suo spirito ribelle. Si trasferisce quindi a Firenze con Antonio Ranieri, l'amico napoletano con il quale vive un'esistenza bohémien e che lo assiste con devozione, mettendo su carta i versi che il poeta gli detta. Leopardi, infatti, è sempre più segnato dalle malattie. Semicecità e deformazioni non gli impediscono, però, di invaghirsi della dama fiorentina Fanny Targioni-Tozzetti, che a sua volta è invaghita di Ranieri. Quando un'amnistia riapre a Ranieri le porte della sua città natale, dopo una sosta a Roma, Leopardi si sposta con l'amico a Napoli, dove l'aria è salubre e il clima più consono alle sue condizioni di salute. Allo scoppio del colera, i due si trasferiranno in una villa in campagna alle pendici del Vesuvio. E' qui che Leopardi scrive "La ginestra", la lunga poesia in cui racchiude il suo pensiero.

"Dopo la felice fatica risorgimentale di 'Noi credevamo', Mario Manone ha scelto un'impresa ancora più difficile. Con 'II giovane favoloso' (che splendido titolo) ha inteso raccontare la vita e il mondo interiore del nostro massimo poeta, Giacomo Leopardi, senza la pretesa di una pedissequa e didascalica biografia. Ma selezionando (molto creativamente) , ha centrato l'obiettivo. (...) Il Leopardi cesellato da Elio Germano (sfida titanica quella di evitare i trappoloni della caricatura del poeta storpio e sfigato) è un uomo che sa di essere dotato di qualità speciali, e non disdegna fame di affermazione. Ed è anche, e soprattutto a dispetto delle spietate limitazioni impostegli dalla natura - la banale spiegazione del suo disperato pessimismo, quello che la società letteraria, dapprima osannante poi sempre più isolandolo, gli rimprovera - un vulcano di vitalità anche nei feroci sarcasmi o nelle ghiottonerie o nell'innamoramento per Rossini. Un fuoco che arde senza posa in cerca di aria libera ('ho bisogno di entusiasmo fuoco vita' ), pronto a cogliere e ad auspicare ogni segnale di rottura ('il vero consiste nel dubbio') di vecchi equilibri, tanto artistici che in senso lato politici e sociali. La tempra dei rari grandi solitari profeti, per nulla compiaciuta di infelicità e tetraggine, espressa senza retorica né magniloquenza. Un film 'pesante'? Può darsi, ma come prezioso antidoto a una leggerezza drogata, pigra e irresponsabile. E comunque fonte di grandi e forti emozioni." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 2 settembre 2014)

Il biglietto di ingresso è di 4,50 (ridotto 3 euro) euro mentre l'abbonamento a 33 film è di 50 euro (ridotto per università LIUC e possessori della carta Città Amica ingresso singolo 3 euro - abbonamento 40 euro). Info tel. 0331 480626 www.cinemateatrodante.it