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Secondo appuntamento dedicato alla musica lirica con la rassegna "Prima della Prima"

 

Martedì 21 Aprile alle ore 21.00 in Villa Pomini secondo appuntamento con le conferenza dedicate all’opera lirica di  “Prima della Prima” organizzate dall’Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza. Dopo Rossini e “La donna del lago” il maestro Marco Colombo illustrerà ai partecipanti due opere, presentando allo stesso tempo i due musicisti che le hanno musicate: Cavalleria Rusticana, un atto unico di Pietro Mascagni, e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
Cavalleria Rusticana fu rappresentata la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma. Tratta dalla novella omonima di Giovanni Verga,l’opera viene spesso rappresentata a teatro insieme ad un’altra opera breve, Pagliacci di Leoncavallo: fu proprio Mascagni nel 1926 con la rappresentazione al Teatro alla Scala a dare inizio a questa tradizione che continua ancora oggi.
Cavalleria Rusticana fu la prima opera composta dal musicista livornese ed è la più nota e rappresentata: il successo fu immediato, tanto che Mascagni fu chiamato sul palco dagli applausi del pubblico ben quattro volte.

Prieghevole "Prima della Prima"
 

L’opera ottenne un grande riconoscimento nei teatri europei (al Teatro dell’Opera di Vienna è stata rappresentata oltre 300 volte) ed internazionali: dal suo debutto in America alla Grand Opera House di Philadelphia il 9 settembre 1891 èstata presentata 600 volte e rimane ancora oggi una delle opere piùrappresentate e sempre con grande successo.
Mascagni, nato a Livorno nel 1863 in una famiglia conosciuta in città ma non certo particolarmente benestante, deve soprattutto aCavalleria Rusticana la sua fama: il successo gli diede la possibilità di frequentare i più importanti personaggi nel mondo della musica del suo tempo, come l’editore Ricordi o Luigi Illica, librettista che già collaborava con Puccini, e gli aprì le porte di importanti teatri dove poté dirigere le più famose opere. Il musicista morì nel1945 e le sue spoglie riposano nel cimitero di Livorno.
Trama: L’opera è ambienta in un paesino della Sicilia e si svolge durante un giorno di festa. Protagonisti sonoTuriddu un contadino innamorato di Lola, che ha però sposato il carrettiere Alfio. Nel bel mezzo della festa compare sulla scena anche Santuzza, la giovane contadina attualmente fidanzata di Turiddu, che si rifiuta di entrare in chiesa perché si sente in peccato. Santuzza si rivolge a Lucia, la madre di Turiddu, per avere notizie del giovane, ma alla risposta della donna che le annuncia che il figlio è andato a comprare il vino a Francofonte, la giovane, che si sente disonorata, risponde che il fidanzato è stato visto in paese a notte fonda.
Nel frattempo arriva Alfio per chiedere notizie del vino, avendo visto al mattino il contadino in paese, vicino a casa sua. Alfio, momentaneamente placato da Lucia, se ne va e a quel punto Santuzza rivela alla madre del fidanzato che Turiddu ha una relazione conuna donna sposata, Lola, che è appunto la moglie di Alfio. La donna sconvolta si rivolge alla Madonna per chiedere un suo intervento.
Turiddu, giunto in piazza, discute animatamente con Santuzza fino all’arrivo di Lola: le due donne siscambiano battute ironiche, finché Turiddu getta a terra la fidanzata ed entrain chiesa con l’amante. Santuzza, inviperita, quando vede il carrettiere Alfiovenire verso di lei si rialza e denuncia all’uomo la tresca amorosa tra sua moglie e Turiddu.
Al temine della funzione, a cui Turiddu e Lola hanno assistito in chiesa, il contadino offre vino a tutti i paesani, ma sulla piazza giunge Alfio che rifiuta il vino offertogli da Turiddu e i due si sfidano in un duello, in cui Turiddu perderà la vita.

Pagliacci è invece un’opera in due atti scritta e musicata dal napoletano Ruggero Leoncavallo. La prima dell’opera, che debuttò il 21 maggio del 1892 al Teatro Dal Verme di Milano, fu diretta da un giovane Arturo Toscanini. L'opera fu ed è ancora una delle opere più eseguite al mondo, tanto che i più grandi interpreti della lirica del XX secolo da Maria Callas a Daniela Dessì, da Giuseppe di Stefano a Placido Domingo, si sono cimentati in queste liriche. Il successo immediato dell’opera trova spiegazione nell'attualità del linguaggio e nell'approccio verista e popolare che in quel periodo permeava tutte le arti, ma anche nell’impegno dell’editore Sonzogno e nella registrazione discografica di Enrico Caruso, che rappresenta la pietra miliare della nascente industria discografica, registrazione che raggiunse il milione di copie vendute.
Pagliacci si ispira ad un delitto che avvenne nella città dove il musicista viveva e per il quale il padre di Leoncavallo, magistrato, istruì il processo che portò alla condanna dell’imputato per uxoricidio.
Leoncavallo si decise a scrivere quest’opera sulla scia del successo ottenuto da un’altra opera di ispirazione verista nel 1890, Cavalleria  Rusticana di Mascagni. Il successo dell’opera e la registrazione di Caruso dell’aria Vesti la giubba garantirono a Pagliacci e al suo compositore l’immortalità e un’esistenza dorata a Brissago in Svizzera, dove furono trasferite le spoglie mortali del compositore nel 1989.
Trama: La compagnia teatrale di Canio giunge in un paesino dell’Italia Meridionale permettere in scena una commedia in occasione della festa del santo patrono. Della compagnia fanno parte anche la moglie di Canio, Nedda, e Tonio, da sempre innamorato della donna che lo ha respinto per intrecciare una tresca con un contadino del posto, Silvio. Tonio rivela a Canio, che nulla sospetta, del tradimento della donna e sorprende i due amanti che si giurano amore eterno: Silvio fugge senza che Canio lo abbia riconosciuto e, quando l’uomo si scaglia contro Nedda viene interrotto dall’arrivo di un attore che gli ricorda che è giunta l’ora di recitare e che il pubblico lo aspetta.
Nella messa in scena Canio interpreta un pagliaccio tradito dalla moglie Colombina: realtà e finzione si fondono e Canio rinfaccia a Nedda-Colombina il suo tradimento e, al rifiuto della donna di rivelare il nome dell’amante, la uccide. Il pubblico, inorridito, assiste al dramma e, quando comprende che non si tratta più di una finzione, cerca invano di fermare Canio che esce di scena esclamando “la commedia è finita”.

Ingresso libero.

Per informazioni contattare l'Ufficio Cultura - tel. 0331.526263 - e-mail: cultura@comune.castellanza.va.it

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