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Il nome del figlio

 

Ultimo appuntamento con il Cinema d’Estatecastellanzese che si congeda dal pubblico del cortile di Palazzo Brambilla martedì 4 agosto alle ore 21,30 con la pellicola “Il nome del figlio” diFrancesca Archibugi.

Locandina

Paolo Pontecorvo agente immobiliare con la battuta pronta e il vizio della beffa, e Simona, aspirante scrittrice di periferia col vizio della gaffe, aspettano un bambino. In occasione di una cena, che raccoglie intorno al tavolo i futuri zii e la futura zia, Paolo comunica con enfasi e convinzione il nome scelto per il nascituro. La famiglia, composta da professori universitari, insegnanti e musicisti allineati a sinistra, non reagisce bene davanti a quel nome, un nome 'inquadrato' a destra e dentro un passato drammatico per la nazione.
Dibattito e scambio di idee degenerano presto in una messa in discussione di valori, scelte e persone, che non mancano di offendere e ferire tutti, nessuno escluso. Ma qualche volta l'amore può fare miracoli e rimettere ordine nel caos degli affetti.

 

Ha ragione Francesco Piccolo, sceneggiatore del film con FrancescaArchibugi, Il nome del figlio non è la versione italiana della commediafrancese Cena tra amici. I due film, usciti in sala a distanza di tre anni,condividono soltanto il punto di partenza letterario, “Le prénom”, pièceteatrale di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte e trionfo teatralea Parigi nella stagione 2010. A confermarsi è un buon testo (drammaturgico) cherivela sommariamente il suo contesto. Meno interessata ai cliché politici elontana dal teatro filmato, Francesca Archibugi realizza una commedia'orecchiabile', uno scavo nel passato (gli anni Settanta), con cui il film mantieneuna relazione dialettica, per interrogarsi sul presente e provare a immaginareun futuro, 'generato' nell'epilogo.
La commedia amicale dell'Archibugi è un viaggio, lungo una cena, versoun incerto domani e la riconquista di un'oggettività di giudizio sul mondo esulle persone. Sempre empatica nei confronti dei propri personaggi, la registaromana dirige un gruppo di attori intelligenti che, come 'canta' Dalla nelfilm, sono arrivati "alle porte dell'universo ognuno con i suoi mezzi eognuno in modo diverso". Attori-autori, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio,Rocco Papaleo e Alessandro Gassmann contribuiscono alla creazione del film,intrecciando una tensione emotiva ed estetica che raggiunge l'acme sulle notedi "Telefonami tra vent'anni". Con loro ma fuori campo, fuori temporispetto al flusso di musica e di coscienza, fuori salotto e al di là dellafinestra, si (ri)leva Micaela Ramazzotti, attrice in purezza che in un monologosincero incrina le maschere eccessive e la gestualità rilevata ed espansa allimite del credibile degli altri protagonisti. Il segno forte della recitazionedella Golino, di Lo Cascio, di Papaleo e di Gassmann si confronta e fronteggiaallora col naturalismo della Ramazzotti, che resiste irriducibile, e grazie alsuo straordinario registro tragico, dentro il ruolo plebeo in cui è sbocciata ein cui il cinema italiano la costringe. Buoni(sti) con o senza tormenti, ipersonaggi in cerca d'amore che abitano il salotto Pontecorvo sono in fondoquelli che affollano da sempre la filmografia dell'Archibugi, adulti eragazzini che si scambiano i ruoli vicendevolmente (Mignon è partita, Il grandecocomero, L'albero delle pere). Un po' disillusi e un po' indifesi neiconfronti del mondo che li circonda, ancora presi dal tentativo di liberarsi dauna malinconia cronica e ardente, ancora in sella a casa o per le strade diRoma, nel traffico peggiore del mondo e nella vita.

(Fabrizio Giachi - Assessore alla Cultura)


In caso di maltempo la proiezione si terrà al Cinema di Via Dante.
Il biglietto di ingresso è di 3,50 euro (ridotto 2,50 euro).
Info ufficio Cultura tel. 0331 526.263
e-mail cultura@comune.castellanza.va.it