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“Cip, non si trova nulla
da mettere sotto il becco.
Cip, cip, la terra è brulla,
il suolo è nudo e secco.”
Poveri passerotti
sperduti e intirizziti:
forse, prima che annotti,
giacerete stecchiti!
Il bimbo, che di briciole
ha piena la tovaglia,
apre i vetri e, scotendola,
intorno le sparpaglia.
Che festa, che banchetto!
son molliche di pane.
E già sul parapetto
ben poco ne rimane.
“Oh, grazie, grazie, grazie…
Fratelli, qui volate!”
E non sembran mai sazie
quelle gole affamate.
“Cip, cip” sembra che dicano,
mentre beccan giulivi.
“Domani, per tuo merito,
saremo ancora vivi”.
(Grazie!..., Luigi Santucci)