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“SCEGLIETE SEMPRE LA VITA, VI RENDERA’ LIBERI”

 

Anche quest’anno celebriamo la Giornata della Memoria. Il 27 gennaio ricorderemo quel 27 gennaio del 1945, giorno in cui, alla fine della seconda guerra mondiale, i cancelli di Auschwitz vengono abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico ponendo fine alla persecuzione del popolo ebraico.    
Quest’anno Sindaco della Città di Castellanza, Mirella Cerini, e Consigliere delegato all’istruzione, Rosangela Olgiati, hanno rivolto agli alunni delle scuole cittadine questa mattina un invito a ricordare la Giornata della Memoria con le prime parole pronunciate da Liliana Segre all’indomani della nomina da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a senatrice a vita.
Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare".

Perché proprio le parole di Liliana Segre?

Innanzitutto perché Liliana Segre è una donna che ha insegnato a tutti noi a non cedere all'indifferenza, ha messo a disposizione delle giovani generazioni la sua esperienza trasmettendo il ricordo vivo e terribile di una esperienza vissuta in prima persona come reduce della Shoah. 

E poi perché – forse pochi lo sanno – la storia di Liliana Segre si intreccia, seppure per un breve periodo, con la città di Castellanza.

Come ricordò lei stessa vent’anni fa in occasione di una conferenza tenuta all’Università cittadina, dopo l’otto settembre 1943 quando anche Milano cadde sotto il controllo tedesco, il papà la mandò prima in Brianza, poi in Valsassina e, infine, a Castellanza.
Proprio qui a Castellanza – ricordava Liliana Segre – ero ospitata da una famiglia di brave persone, coraggiose dal momento che era molto pericoloso nascondere degli ebrei: si chiamavo Cherubini Civelli”.
Quando era nascosta a Castellanza, di tanto in tanto, la signora Civelli la portava a fare un giretto con lei per il paese utilizzando un elegante carretto dei primi anni del Novecento.

A Castellanza rimase un mese e mezzo e – come ricorda nel libro “La memoria rende liberi” scritto dalla stessa Liliana Segre con Enrico Mentana – “ogni volta che mio papà veniva a trovarmi lo tormentavo con la solita richiesta: Papà, andiamo in Svizzera”.
Proprio da Castellanza venne organizzata, grazie all’aiuto di contrabbandieri, la fuga in Svizzera seguendo un percorso sulle montagne dietro a Viggiù e Saltrio.

Venne poi arrestata e deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Venne liberata dall'Armata Rossa il primo maggio 1945 dal campo di Malchow.

Proprio in questo campo – ricorda Liliana Segre – un giorno il tremendo ufficiale SS comandante lascia la sua pistola ai miei piedi, mi sembra un segnale. “Ecco – pensai per un attimo – raccolgo la pistola e lo uccido!” Mi sembrava assolutamente il giusto finale di quello che avevo vissuto fino a quel momento. Fu un attimo, un attimo importantissimo nella mia vita, devo dire forse il momento più importante in assoluto, moralmente, nella mia vita perché io capii che mai avrei potuto uccidere nessuno, per nessun motivo. Avevo scelto la vita e nella vita bisogna decidere: o l’odio uguale a morte o la vita. Io avevo scelto la vita e in quel momento dovevo scegliere, o l’odio o la vita. Ho scelto la vita! Da quel momento sono stata libera!”.

Ecco allora l’invito che vorremmo rivolgere ai giovani in occasione della Giornata della Memoria: scegliete sempre la vita perché vi renderà liberi.

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