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In Villa Pomini la rassegna fotografica "Analogie analogiche - Il fascino discreto dello sguardo

 

Dal 1^ al 22 Maggio a Villa Pomini la fotografia torna protagonista con l’esposizione Analogie Analogiche – Il Fascino discreto dello Sguardo, organizzata dall’assessorato alla Cultura della Città di Castellanza in collaborazione con l’Archivio Fotografico Italiano (AFI).
In questa cornice suggestiva saranno quattro le mostre analogiche e tre gli appuntamenti con noti e affermati fotografi per un approfondimento legato al loro percorso professionale.
Ad esporre le proprie immagini saranno Virgilio Carnisio (Istantanee - L’Italia nelle immagini),Francesco Radino (Aure d’oriente), Antonio Amaduzzi (Paris) e Roberto Toja (De cubiculi fragmentis).
La mostra fotografica Analogie Analogiche – Il Fascino discreto dello Sguardo presenta immagini provenienti da archivio personali proponendo un percorso che va dal reportage di viaggio alla sperimentazione con l’obiettivo finale di riscoprire la loro essenza espressiva. Allo stesso tempo la rassegna mette a confronto diversi linguaggi espressivi: dalla stampa in camera oscura alle nuove tecnologie.
Le immagini di Virgilio Carnisio, che comincia nel lontano 1968 un lavoro di documentazione dei differenti aspetti delle città che visita, da Milano alla  sua amata Valsesia, all’Italia, all’Europa, all’Asia, fino all’America,  sono  realizzate sapientemente, ma non racchiudono solamente l’idea del viaggio:  mostrano percorsi di vita quotidiana e stili di vita, in un divenire di incroci visivi che si intrecciano con l’ambiente, la storia, il lavoro. Carnisio predilige la luce, quella che emanano gli scorci, le strade, le architetture, ma anche i volti degli abitanti di questo Paese, incontrati nel suo instancabile cammino lungo la penisola. Scatti in bianco e nero, in pellicola, che raccontano di atmosfere e di legami, dell’essenza dei luoghi e dei territori che il fotografo ritrae.  
Aure d’Oriente – Diario di viaggio di un occidentale nello Shimane di fine millennio – di Francesco Radino rappresenta la sintesi del viaggio/ricerca che il fotografo ha condotto in Giappone nell’antica Provincia di Shimane, seguendo le tracce di Lafcadio Hearn, scrittore e giornalista statunitense vissuto nel Paese del Sol Levante alla fine dell’Ottocento e celebre per le sue raccolte di leggende giapponesi e storie di fantasmi. L’atmosfera evanescente di questo mondo, ricco di aure e di mistero, dove al reale si sovrappone un mondo antico sempre presente, è raccontato in maniera evocativa dalla maestria e sensibilità di Francesco Radino che ha trovato nella stampa in bianco e nero di Epson, già conosciuta e utilizzata nel suo lavoro quotidiano di fotografo, il perfetto equilibrio fra i neri più pieni, le trame sottili dei grigi e i toni delicati ed evanescenti dei mezzi toni: un equilibrio leggero che dà corpo alle immagini rarefatte del diario di viaggio del fotografo. Ogni fotografia è allo stesso tempo la visione di un mondo che appartiene al passato, ma che lascia tracce anche nel presente, in una sorta di viaggio nell’intangibile.
Rodino, fotografo professionista, opera in vari ambiti, dalla fotografia industriale al design, dall’architettura al paesaggio ed intreccia lavoro professionale e ricerca artistica, tanto da essere considerato  uno degli autori più influenti nel panorama della fotografia contemporanea in Italia.
Più ancora che al reportage classico, Antonio Amaduzzi ha guardato alle grandi esperienze americane della straight photography e della Photo League oltre a quelle francesi della cosiddetta photographie humaniste. Una grande passione è all’origine delle sue peregrinazioni nel mondo sempre accompagnato da una fotocamera (meglio se Leica), così come lo studio del lavoro dei grandi fotografi, come Henri Cartier Bresson, Willy Ronis, Edouard Boubat, Ugo Mulas e Mario Giacomelli. La quotidianità diviene la dimensione privilegiata in cui Amaduzzi si muove con l’occhio attento di chi qualcosa di significativo da riprodurre nelle proprie immagini, realizzate sempre e solo nel classico bianconero ricco di toni attentamente riprodotti in stampa, espressione di apparente semplicità. La grande passione per la Francia e per la sua storia vissuta come universale la si trova in questa mostra tutta dedicata a Parigi, la città più amata che ha ripreso ininterrottamente dal 1962 alla ricerca di suggestive atmosfere, sottolineando particolari che sanno essere unici, soffermandosi su visioni d’assieme di stupefacente bellezza.
De cubiculi fragmentis è la rassegna presentata di Roberto Toja, formatosi come fotografo di architettura/paesaggio e reportage, ritrae soggetti, ambienti o situazioni ricercati prevalentemente con lo scopo di realizzare racconti per immagini, capaci di costruire delle pantomime ‘teatrali-fotografiche’ di carattere prevalentemente intimistico, ‘crepuscolare’, secondo un personale filo conduttore caro all'autore, generalmente legato al tema della memoria e della sua perdita, dello scorrere del tempo, delle diverse forme in cui si può rappresentare l’oblio. La sua ricerca è rivolta ad ambienti decadenti e degradati che fanno da sfondo ai soggetti utilizzati.

A fianco della mostra sono previsti tre incontri con professionisti della fotografia per comprendere meglio il loro percorso professionale:

  • Sabato 7 Maggio alle ore 18.00 incontro con Piergiorgio Branzi e presentazione del libro Il giro dell’occhio;
  • Martedì 10 Maggio alle ore 21.15 appuntamento con Francesco Radino per una lectio sul suo linguaggio e una vista guidata alla mostra;
  • Martedì 17 Maggio alle ore 21.15 serata dedicate a Sebastiao Salgado, che da un decennio segue e documenta popoli in costante cammino, a testimonianza di un’umanità ferita.

Ingresso libero.

Orario di visita: venerdì e sabato dale ore 15.00 alle ore 19.00 e domenica dalle ore  10.00 alle ore 12.30 e dalla 15.00 alle 19.00.
Per informazioni: Uff. Cultura – tel. 0331526263 – e-mail: cultura@comune.castellanza.va.it.

In allegato la locandina