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Grandi firme: "Cafè Society"

L'ultima pellicola di Woody Allen inaugura il ciclo dedicato ai maestri del cinema

 

"Grandi firme", il ciclo del cineforum relizzato con il sostegno dell'amminstrazione comunale, inaugura la sua parabola con uno dei più rappresentativi (ed uno dei più prolifici) maestri del '900. Lunedì 30 gennaio alle 21.30 al teatro di via Dante "Cafè society", ultimo film di Woody Allen, commedia ambientata tra New York e Los Angeles degli anni '30. Cast stellare con Jesse Eisenberg Kristen Stewart Jeannie Berlin Steve Carell.

La trama

New York, 1930. Bobby Dorfman ha sempre più difficoltà a destreggiarsi tra i genitori litigiosi, il fratello gangster e la gioielleria di famiglia. Bobby, infatti, sente che ha bisogno di un cambiamento radicale e decide di tentare la fortuna a Hollywood. Si trasferisce così a Los Angeles, dove trova un impiego come fattorino grazie al potente zio Phil, agente cinematografico, si innamora immediatamente di Vonnie, una ragazza bella e divertente, purtroppo già fidanzata, e stringe amicizia con Rad, proprietaria di un'agenzia di modelle, e con suo marito Steve, un ricco produttore. Quando Vonnie viene lasciata dal fidanzato, Bobby, che si era già rassegnato a dividere con lei un semplice rapporto di

 

amicizia, vede l'opportunità di cambiare finalmente la sua vita, ma alla proposta di sposarlo e trasferirsi a New York, la donna seppur tentata, manda all'aria i piani. Bobby con il cuore in frantumi, torna a New York dove inizia a lavorare per il fratello Ben, che nel frattempo gestisce un night club. Bobby mostra un talento naturale come impresario, e promuove rapidamente il club, ribattezzato con il nome "Les Tropiques", rendendolo uno dei più frequentati della città. Rad gli presenta la bella e mondana Veronica e lui la corteggia Café Society assiduamente. Anche se il suo interesse per Vonnie non è mai svanito, quando Veronica gli rivela di essere incinta, si sposano ed iniziano una vita veramente felice insieme. Tutto sembra andare a gonfie vele per Bobby fino alla notte in cui Vonnie si presenta a "Les Tropiques"...

"E ora non dite che Woody Allen fa sempre lo stesso film. Prima o poi ci siamo cascati tutti ed è vero che se sforni un titolo l'anno non sempre sono capolavori. Però con 'Café Society' il grande newyorkese torna davvero alla sua forma migliore, quella di grandi film 'al passato' come 'Radio Days', 'Zelig' o 'La rosa purpurea del Cairo'. E rimescolando il solito mazzo di carte infallibili comunica un senso di rimpianto per un'epoca irripetibile che non sfocia nell'elegia solo perché è e resta una commedia. C'è il jazz, c'è l'America anni 30, c'è una famiglia ebrea soffocante e insieme adorabile (Woody ormai guarda alle cose della vita con la serena indulgenza dei suoi 80 anni), ci sono le trappole del destino e i dilemmi della morale. Insomma il meglio dell'Allen di oggi e di ieri, in un film ambientato 80 anni fa ma più vicino di tanti lavori al presente. Jesse Eisenberg, sempre più sorprendente (...) film tutto sotto-traccia, che lascia intendere sempre più di quanto spieghi. Il tono infatti è brillante. Le conseguenze saranno drammatiche, anche se pochi lo sapranno. Dettaglio chiave: nulla di ciò che accade è di per sé comico, è lo sguardo di Woody, cioè il nostro, a cogliere l'ironia involontaria e a volte tragica delle situazioni. (...) Perché «la vita è una commedia scritta da un sadico», come dice Bobby, e il massimo sadismo è non darle nemmeno un vero finale lasciando ognuno nel suo brodo. È il lato "filosofico" dell'ultimo Allen, esplicito in film come Irrational Man, e sapientemente fuso con l'intreccio in affreschi più ampi come questo. Anche se qui la vicenda centralesi sfrangia in una serie di sottotrame solo apparentemente secondarie. (...) 'Café Society' corre verso un epilogo di gusto molto contemporaneo che lascia tutti sospesi sull'orlo dell'abisso, personale e globale (gli anni 30 volgono al termine, la guerra è alle porte). Suprema ironia, questo film sulle Majors di una volta è prodotto da Amazon e dominato da un attore lanciato dal ruolo di Mark Zuckerberg. Ogni film in costume parla del presente." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 29 settembre 2016)

L'abbonamento all'intera stagione costa 55 euro, ridotto a 45 euro per  possessori carta LIUC, studenti universitari e over 65; il biglietto di ingresso singolo ad ogni proiezione è di 4,50 euro (ridotto 3,50 euro). Info tel. 0331 480626 e info@cinemateatrodante.it