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La battaglia di Hacksaw Ridge

Al cineforum lunedì 3 aprile il film di Mel Gibson premiato nella notte degli Oscar 2017

 

Il cineforum organizzato dall'associazione amici del Teatro e dello Sport con il sostegno dell'Amministrazione Comunale prosegue con “Oscar e dintorni”, una selezione delle migliori pellicole della recente notte hollywoodiana delle statuette d'oro. Lunedì 3 aprile alle 21 al teatro di via Dante sarà proiettata la pellicola "La battaglia di Hacksaw Ridge”a firma di un discreto Mel Gibson in qualità di regista.

L'attacco alla base americana di Pearl Harbor apre un nuovo fronte delle ostilità in Giappone. Desmond Doss, cresciuto sulle montagne della Virginia e in una famiglia vessata da un padre alcolizzato, decide di arruolarsi e di servire il suo Paese. Ma Desmond non è come gli altri. Cristiano avventista e obiettore di coscienza, il ragazzo rifiuta di impugnare il fucile e uccidere un uomo. Fosse anche nemico. In un mondo dilaniato dalla guerra, Desmond ha deciso di rimettere assieme i pezzi. Arruolato come soccorritore medico e spedito sull'isola di Okinawa combatterà contro l'esercito nipponico, contro il pregiudizio dei compagni e contro i fantasmi didentro che urlano più forte nel clangore della battaglia.
(trovacinema.repubblica.it)

 

Il cinema di Mel Gibson ruota da sempre intorno al sacrificio. L’esempio estremo è La passione di Cristo, ma lo dimostra in pieno anche il suo ritorno al cinema spettacolare Hacksaw Ridge . Il sacrificio è quello del soldato soccorritore dell’esercito degli Stati Uniti Desmond Doss, obiettore di coscienza che rifiutava l’uso delle armi, prima isolato per la sua presunta codardia e po iesaltato ai massimi onori per aver salvato decine di compagni d’armi nel corsodella terribile battaglia di Okinawa, sul fronte del Pacifico nella Seconda guerra mondiale. Una figura quasi mistica, rappresentata come un Cristo alle prese con miracolosi salvataggi, mentre intorno a lui la battaglia si faceva sempre più violenta. La religione ha un ruolo importante nelle scelte di Desmond, avventista del settimo giorno, dopo aver vissuto un’infanzia violenta e aver quasi ucciso durante una delle frequenti zuffe domestiche il fratello. Una conversione religiosa che lo porta a rinnegare la violenza, ancora una volta ossessione principe di Gibson, Desmond però vive in tempi infausti e, nonostante l’amore candido e assoluto per la sua fidanzata infermiera, decide di arruolarsi volontario, dopo il fratello.
Il rapporto fra corpo e violenza è centrale in Hacksaw Ridge, così come in altri film di Gibson, sempre spinto da una furia ancestrale nel raccontarla, ammantata qui da un senso messianico tipico del cinema eroico sulla Seconda guerra mondiale. Come dire, nonostante le possibilità date dall’inedito punto di vista di un obiettore di coscienza, Gibson prosegue su binari retorici, semplicistici e manichei ormai superati. Il bisogno disperato di fare del bene del protagonista è rigorosamente al servizio della guerra giusta, perdendo l’occasione di problematizzare il ruolo degli altri, dei giapponesi, soldati specularmente impauriti in trincee da mesi per difendere il paese da una sconfitta ormai certa. Insomma, non aspettatevi una visione eastwoodiana della guerra nel Pacifico.
La prima parte si concentra sulla crescita del protagonista, i rapporti famigliari e il passaggio dalla violenza che segnò i primi anni della sua adolescenza a un percorso spirituale che portò il suo animo semplice a individuare nel sostegno agli altri, fra i soccorritori medici, il suo futuro sotto le armi. Un momento di promettente creazione di un alieno in un contesto in cui ogni diversità rispetto all’unanime sforzo di guerra è vista come un nemico interno. Peccato che quando il film abbandona la madre patria - un addestramento che sa di già  visto – il nostro eroe diventa presto solo un’altra arma, impropria in quanto soprannaturale. La possibilità di incrinare la superficie granitica del legittimo patriottismo, di entrare nelle dinamiche interne e umane della trincea, è abbandonato per una infinita sequenza di battaglia splatter con corpi mozzati e sangue che schizza ovunque. Spettacolo per lo spettacolo, esercizio di abilità registica che rimane in superficie, non dicendo niente di nuovo o significativo sulle dinamiche profonde di chi si sacrificò, di chi viene mostrato solo come nemico perfido o protagonista dell’inevitabile seppuku.

( Mauro Donzelli - www.comingsoon.it- 4 settembre 2016)

L 'abbonamento all'intera stagione costa 55 euro, ridotto a 45 euro per  possessori carta LIUC, studenti universitari e over 65; il biglietto di ingresso singolo ad ogniproiezione è di 4,50 euro (ridotto 3,50 euro). Info tel. 0331 480626 e info@cinemateatrodante.it