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Rosso Istanbul

A grande richiesta arriva l'ultima pellicola di Özpetek ispirata all'omonimo romanzo scritto dallo stesso regista

 

Orhan Sahin, uno scrittore che deve la sua fama a una raccolta di favole anatoliche (e che porta il nome del premio Nobel turco Pamuk), torna ad Istanbul dopo vent'anni di esilio autoimposto a Londra. Il suo compito è fare da editor a un celeberrimo regista, Deniz Soysal, che ha scritto un libro in cui sono contenuti ricordi d'infanzia e giovinezza, nonché amori, amici e parenti: questi ultimi ancora vivi e presenti nella Istanbul contemporanea, e pronti a presentarsi al cospetto di Orhan. Soysal invece, dopo un breve contatto iniziale, scompare, come per lasciare il suo posto all'editor venuto dall'Inghilterra. Sahin raccoglierà suo malgrado il testimone del regista entrando nella sua vita e nel suo mondo degli affetti, con un coinvolgimento personale che sorprenderà lui per primo.
(trovacinema.repubblica.it)

 

Chi vive troppo nel passato non riesce a vedere il presente’, rimarca più volte il regista, mentre la storia si fa noir dei sentimenti e lo scorrere del tempo, plasticamente rappresentato da un negozio di orologi, scoperchia drammi mai dimenticati e guarisce ferite a lungo rimaste dolenti. Ozpetek, coadiuvato da Gian Filippo Corticelli nella splendida fotografia in cui trionfa il colore rosso (c'è in ogni frame), inquadra una Istanbul solo apparentemente nostalgica, perché ponte verso un futuro incerto e politicamente ambiguo. Tutto è sospeso, come se si vivesse in una bolla di sapone, mentre scorrono le immagini dei curdi in fuga e delle madri del sabato, che piangono figli scomparsi anni e anni prima. L'assenza, che si fa centrale all'interno della trama, diventa al tempo stesso presenza nei confronti del protagonista, pronto a specchiarsi in una famiglia altrui per ritrovare se stesso, tanto da 'sostituirsi' a chi è scomparso.
Federico Boni - 23 febbraio 2017 - www.cineblog.it)

E’ Rosso Istanbul, l’undicesimo lungometraggio di Ferzan Ozpetek, che torna a girare nella città natale, omaggiata 20 anni fa nell’esordio alla regia Hamam – Il bagnoturco. Dal romanzo omonimo (2013), adattato liberamente con Gianni Romoli e Valia Santella, Ozpetek firma un thriller a voltaggio melodrammatico che è insieme elaborazione del lutto creativo e rinascita esistenziale attraverso l’incontro-scontro tra arte e vita, verità e finzione, desiderio e prassi.
Ottimi gli attori, in particolare Halit Ergenc e Tubu Buyukustun, eleganti e suggestive sia la fotografia (il viaggio in Mustang notturno, l’uscita aerea dalla festa, l’incontro tra Orhan e Yusuf)  di Gian Filippo Corticelli che le musiche di Giuliano Taviani e Carmelo Travia, il ritorno in patria, ovvero la trasferta dall’Italia, fa bene ad Ozpetek che trova aura e gusto internazionale, alza le ambizioni e pur tra secche, ellissi e contraddizioni di scrittura sa emoziona e ancor più affascinare.
Accompagnato dal refrain, che è insieme indicazione poetico-stilistica, “chi guarda troppo al passato rischia di non vedere il presente”, Rosso Istanbul non prende dalla cronaca giornalistica della Turchia oggi, ma contemplando sirene, sfollati curdi e le madri del sabato di piazza Galatasaray non elude né elide lo stato dell’arte, anzi, ne amplifica la tensione e il senso di minaccia costante.
Insomma, un thriller-mélo con gli occhi aperti, e il cuore sacro, che mantiene quel che promette: A Istanbul… un maggio rosso sexy.
(Federico Pontiggia - 28 febbraio 2017 - www.cinematografo.it)


L'abbonamento all'intera stagione costa 55 euro, ridotto a 45 euro per  possessori carta LIUC, studenti universitari e over 65; il biglietto di ingresso singolo ad ogni proiezione è di 4,50 euro (ridotto 3,50 euro). Info tel. 0331 480626 e info@cinemateatrodante.it