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Doppia proiezione per "Segnali del cinema italiano", il ciclo che il cineforum organizzato dall'associazione Amici del Teatro in collaboraizone con l'Amministrazione comunale dedica, in apertura di stagione, alle più interessanti produzioni nostrane. Lunedì 8 ottobre alle 21 al teatro di via Dante si proiettano "Hotel Gagarin" e "La terra dell'abbastanza, due pellicoli di segno diverso (una commedia surreale la prima, un dramma la seconda) entrambe dirette da registi esordienti: Simone Spada alla guida di un navigato cast composto da Claudio Amendola, Giuseppe Battiston, Claudio Argentero, Barbora Bobulova; i fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo dirigono invece Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Max Tortora, Luca Zingaretti.
Hotel Gagarin: La trama
Cinque italiani, spiantati e in cerca di un'occasione, vengono mandati a girare un film in Armenia. Appena arrivati, scoppia una guerra e il sedicente produttore sparisce con i soldi. Abbandonati all'Hotel Gagarin, isolato nei boschi e circondato dalla neve, trovano il modo di inventarsi un'originale e inaspettata occasione di felicità che non potranno mai dimenticare.
Non è trascurabile l'esordio di Simone Spada, che non a caso si è formato nel gruppo spregiudicato e innovativo dei Caligari, Mainetti e Leo. «Hotel Gagarin» ha, in effetti, il suo principale merito nella tenuta del cast che assegna a eccellenti ma poco promozionati attori come Battiston, Bobulova, Ragno e Amendola ruoli a cui possono aderire come a una seconda pelle: soprattutto nella prima parte, in cui un'improbabile troupe romanesca viene paracadutata in Armenia per girare un film finanziato (a parole) dai fondi europei e si ritrova a sperperare sogni cinefili e ingarbugliare vite già di per sé precarie in un contesto allarmante, primitivo e ostile. (Valerio Caprara, Il Mattino, 31 maggio 2018).
La terra dell'abbastanza: la trama
Storia di Mirko e Manolo, due giovani amici della periferia romana. Bravi ragazzi fino al momento in cui, guidando a tarda notte, investono un uomo e decidono di scappare. La tragedia si trasforma in un apparente colpo di fortuna: l'uomo che hanno ucciso è il pentito di un clan criminale di zona e facendolo fuori i due ragazzi si sono guadagnati un ruolo, il rispetto ed il denaro che non hanno mai avuto. Un biglietto d'entrata per l'inferno che scambiano per un lasciapassare verso il paradiso.
Presentato con successo nella sezione Panorama del Festival di Berlino questo film aggiunge una nuova coppia di autori davvero interessanti al panorama italiano. L'ambiente è quello delle periferie romane, probabilmente fin troppo frequentato negli ultimi tempi, fino a costituire un vero e proprio genere, tra il mélo realistico e il noir neo-trucido. La terra dell'abbastanza si ispira però a modelli più americani che italiani, per la secchezza del racconto e la subordinazione della descrizione sociale alle dinamiche tra i personaggi, e all'azione. Il film più vicino è Non essere cattivo di Caligari, e non solo per la dinamica tra i due amici, ma anche per l'epilogo anti-catartico, ma con meno affondo sul pedale del mélo (Emiliano Morreale, La Repubblica, 7 giugno 2018)
L'abbonamento a 33 + 3 proiezioni costa 60 euro mentre l'ingresso alla singola proiezione è di 5,50 euro (ridotti per per docenti, studenti e personale LIUC / studenti universitari / over 65: 40 euro abbonamento - 4 euro singola proiezione). Il biglietto di ingresso singolo è di 5,00 euro (ridotto 3,50 euro). Info tel. 0331 480626 e info@cinemateatrodante.it