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All'esordio "Vite al bivio", il nuovo ciclo del cineforum organizzato dall'Assessorato alla Cultura della città di Castellanza in collaborazione con l'Associazione Amici del Teatro e dello Sport. Lunedì 2 febbraio alle 21 sullo schermo del teatro di via Dante "Due giorni, una notte", film belga dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne che affronta, con cruda semplicità, il tema del lavoro - o meglio, della lotta per conservarlo tra chi non può vantare posizioni di rendita o privilegio. La protagonista Sandra, interpretata da Marion Cotillard, è prossima al licenziamento: le restano due notti e un giorno per convincere i suoi colleghi a rinunciare ai loro bonus per garantirle il lavoro.
"Ci hanno appena certificato che i 'padroni' non esistono più; ed ecco venir fuori i fratelli Darenne, così disinformati sulla novità da mettere al centro del loro nuovo film proprio un padrone e i suoi operai, in una piccola fabbrica francese con mono di venti impiegati. II soggetto è lineare; però i cineasti belgi (...) lo svolgono con la tensione di un 'suspenser' - tanto che non è nemmeno il caso di raccontarne tutti gli sviluppi - tenendoti in allerta su come andrà a finire quasi si trattasse di un film di Hitchcock. (...)Riusciremo, abituati a trepidare per le sorti di supereroi vestiti da clown che si battono contro mostri di effetti speciali, ad appassionarci alla vicenda di Sandra? C'è da augurarsi di si, perché lei è un'eroina vera. Per Sandra la rinuncia al lavoro rappresenta anche una perdita d'identità, di dignità; la fa sentire inadeguata, fino a spingerla sulla via della depressione.
Nello stesso tempo, la donna comprende le ragioni dei colleghi, appesi alle sue stesse fragilità, e si sente colpevole di dover chiedere. Eppure non si arrende, per quante sofferenze le possa costare la lotta. Film dopo film, Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno portato sullo schermo un'epica proletaria (sono rimasti in pochi a farlo: Loach, Guédiguian...) piena di pudore e di forza: quella che si ricava, non meno che dalle proprie convinzioni, dallo stile. Anche qui, come nei precedenti, la figura filmica dominante è la 'semi-soggettiva': quell'inquadratura dove il personaggio, pur facendone parte, osserva e permette allo spettatore di osservare assieme a lui. Torna il pudore dei gesti, mai eccessivi o troppo sottolineati (il dramma è nelle cose) (...). Un'ottima scelta Marion mostra di poter essere una credibilissima musa proletaria, tutta pudore e orgoglio ferito ma senza un attimo di esagerazione o di esibizionismo del dolore. E se non piangete di lei, di che cosa siete mai soliti piangere?" (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 novembre 2014)
Il biglietto di ingresso è di 4,50 (ridotto 3 euro) euro mentre l'abbonamento a 33 film è di 50 euro (ridotto per università LIUC e possessori della carta Città Amica ingresso singolo 3 euro - abbonamento 40 euro). Info tel. 0331 480626 www.cinemateatrodante.it