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Giovedì 5 Febbraio alle ore 21.00 al Teatro di Via Dante prende il via l’edizione 2015 della rassegna cinematografica “Cinema (Di)vino & Birra” organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza, in collaborazione con l’Associazione Amici del Teatro e delle Sport e Parrocchia San Giulio. Giunta ormai alla quarta edizione, la rassegna “Cinema (Di)vino & Birra”, ideata e realizzata da Enrico Danesi, che cura il Cineforum del lunedì, permette agli amanti del cinema e ai buongustai di coniugare le due passioni: ogni proiezione è accompagnata, infatti, da una degustazione di vini o di birre.
Un’idea originale che da alcuni anni propone l’abbinamento di un film, che rievoca sensazioni o emozioni intorno al mondo della birra o del vino , con la degustazione vera e propria di vini e birre, più o meno conosciuti, che accompagnano gli spettatori in un itinerario del gusto.
“Cinema (Di)vino & Birra” prevede la proiezione di quattro film: si apre Giovedì 5 febbraio alle ore 21.00 con il film “Chef” del 2014 del regista Jon Favreau che ne è anche interprete, si prosegue Giovedì 19 febbraio con il film italiano “Vinodentro”, Giovedì 5 Marzo con un classico spaghetti-western “Il mio nome è nessuno” per chiudere il 19 Marzo con il film francese “Barbecue”.
Il bigliettodi ingresso ad ogni serata è di 5 euro mentre l'abbonamento per tutte e quattro le serate è di 15 euro. Info tel. 0331 480626- www.cinemateatrodante.it
“Chef”, commedia del 2014, annovera un cast di tutto rispetto: il regista Jon Favreau, che interpreta lo chef Carl Casper, John Leguizamo, Scarlett Johansson, Dustin Hoffman e Robert Downey Jr.
Trama: Carl è un famoso chef che viene stroncato da una recensione da parte di un famoso critico. Pasticciando con i social network lancia una sfida allo stesso critico, ma all'arrivo al ristorante Carl si scontra con l'ottuso proprietario, che gli ordina di servire lo stesso menù che il food blogger aveva già stroncato, mandando su tutte le furie Carl che decide di licenziarsi. Durante la serata il critico continuerà a commentare l'operato dello chef, che però non è più in cucina. Carl, lette le critiche mosse al suo staff, arriva infervorato al tavolo aggredendo verbalmente il critico, ma suo malgrado la sfuriata finisce sul web mettendo fine alla sua credibilità e alla sua carriera. Quando meno se loaspetta, però, la sua vita cambia, grazie alla sua ex moglie che gli consiglia di aprire un chiosco ambulante di panini cubani. Carl, aiutato da suo figlio e dall'amico Martin (Robert Downey Jr che il regista aveva già diretto in Iron Man), che si licenza dal ristorante per lavorare con lui, intraprende un lungo viaggio dalla Florida alla California attraversando il Texas, con il loro food-truck El-Jefe. Lungo il viaggio, il figlio posta su Twitter le tappe del percorso e per questo troveranno in ogni città code interminabili ad attendere i loro gustosi panini cubani. Nel viaggio di ritorno da Miami riscopre la passione per il suo lavoro e recupera il rapporto con suo figlio, logorato dalla vita stressante dello chef. Un incontro con il critico Ramsey Michel, che di nascosto si fa acquistare uno dei panini rimanendone folgorato dal gusto, darà modo a Carl di ritornare ad essere chef in un ristorante cubano aperto dal critico che lo aveva inizialmente stroncato, divenuto ricco dopo la vendita del suo blog.
“…Chef ha una fortissima valenza metaforica relativa proprio alla carriera di Favreau, reduce dalla delusione di Cowboys e Alien. Carl il cuoco infatti, licenziato dal boss ed estromesso dal mercato degli chef losangelini, decide di ricominciare dal basso, e noleggia un furgone sul quale cucinerà e venderà street food, spostandosi da Miami a New Orleans al cuore del Texas, il tutto documentato sul web dal figlio Percy, che finalmente riesce così a passare tempo di qualità con il padre divorziato. In questo modo Carl ritrova il rapporto con la gente e con quanti, lungo la sua ascesa al successo culinario, aveva perso per strada.
Allo stesso modo Jon il regista abbandona le megaproduzioni hollywoodiane e torna alle origini, inventando una commedia intelligente e ricca di sfumature,indie nella scelta delle inquadrature e nell'uso spropositato delle tecnologie non più per creare mirabolanti effetti speciali ma per ricostruire il mosaico di immagini che è diventata la nostra vita, in cui comunichiamo via smartphone - e Facebook, Twitter, Instagram. A questa comunicazione forsennata e inarginabile Favreau riconosce la caratteristica dell'imprescindibilità e la valenza di arma a doppio taglio: da un lato creatrice di comunità virtuali e pubblici paganti, dall'altro moltiplicatrice planetaria di figuracce e false informazioni, con il potere di polverizzare carriere nel giro di qualche (milione di) clic. La scenata in cui Carl grida al critico quanto male faccia una cattiva recensione è anche l'urlo di dolore di un autore come Favreau che non sa incassare con indifferenza le stroncature, anche se indirizzate ad un blockbuster annunciato in nome del quale aveva (forse) edulcorato la sua vocazione autoriale. Perché Favreau il regista-sceneggiatore, proprio come Carl il cuoco, si considera un artista, e soffre quando non viene capito (o quando chi ha in mano i cordoni della borsa non gli consente di esprimersi appieno)” (Paolo Casella –www.mymovies.it)
Con questo film Favreau costruisce un film molto personale, una commedia che fa ridere e commuovere con star di Hollywood come Downey Jr impegnate a recitare dei cammei divertentissimi.