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Altrove: "Timbuktu"

L'Altrove del cineforum porta in Mauritania per raccontare una storia di scontro tra Islam moderato e terrore fondamentalista

 

La seconda pellicola di "Altrove", il ciclo del cineforum organizzato dall'Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza in collaborazione con l'associazione Amici del Teatro e dello Sport, sposta il fuoco dell'orizzonte portandoci ad esplorare gli scenari della Mauritania. Lunedì 16 novembre alle 21 al teatro di via Dante si proietta Timbuktu del regista Abderrahmane Sissako, un film che racconta lo scontro di una comunità islamica ai margini del deserto a cui i fondamentalisti al potere impongono un regime di terrore. Il film, che vende nel cast attori sconosciuti in Europa e debuttanti davanti alla macchina da presa, ha vinto il premio della Giuria Ecumenica al 67° Festival di Cannes.

La trama

Non lontano da Timbuktu, ora governata dai fondamentalisti islamici, Kidane vive pacificamente tra le dune con la moglie Satima, la figlia Toya e il pastore 12enne Issan. In città, la gente soffre impotente per il regime di terrore imposto dai jihadisti, determinati a controllare la loro fede. Tutto è stato bandito: la musica, le risate, le sigarette, persino il gioco del calcio; le donne sono diventate le ombre, ma continuano a resistere con dignità.

"Basterebbe il prologo del meraviglioso 'Timbuktu' per capire l'immensa portata del lavoro di Sissako, il primo regista al mondo che riesce a raccontare l'orrore della Jihad senza esserne sopraffatto

 

proprio perché rifiuta ogni retorica spettacolare per farsi carico del vero problema del cinema di fronte alla violenza. Come raccontare le peggiori nefandezze senza farsene ipnotizzare, che sguardo opporre alla brutalità più tragica e cieca? Nel 99% dei film che consumiamo ogni giorno, la scena della gazzella e degli idoli avrebbe generato un'orgia di immagini e rumori choc. In 'Timbuktu' prevale la bellezza, l'incanto di ciò che è vivo e un attimo dopo viene distrutto. È una scelta morale ancor prima che estetica, ma dà forma e linfa all'intero film. I jhadisti dunque arrivano a Timbuktu, perla del Mali, come è accaduto davvero nell'estate 2012, per imporre la loro legge con le armi. Ma il film non ne fa creature diaboliche (e affascinanti), anzi insiste su debolezze e goffaggini rendendoli ridicoli ma anche umani, e ancora più colpevoli. (...) una partita a calcio senza pallone, giocata dai ragazzi di Timbuktu (...) è forse la scena più memorabile dell'anno. Anche perché la bellezza non un effetto collaterale o una variabile indipendente ma è proprio 'il' problema, se non la soluzione. E' la bellezza della musica, degli abiti, dei colori che i jhadisti vietano, la posta in gioco e la vera risposta alla follia integralista. E' la calma di quei luoghi, la serenità dei loro abitanti, la gioia che emana dalla piccola famiglia di quel tuareg (...) a essere un affronto per quei fanatici ipocriti. Ma ancora una volta Sissako (mauritano, classe 1961, appena 4 film e un pugno di corti e documentari in 25 anni, tutti decisivi) non calca la mano, non alza la voce, semmai la abbassa, non corteggia l'orrore ma lo batte a suon di fermezza, umorismo (sì, anche umorismo) e idee di regia." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 febbraio 2015)

L'abbonamento costa € 50,00 (€ 40 per over 65, LIUC, studenti universitari) ed è possibile acquistarlo in prevendita al botteghino del teatro il 18, 19 e 20 settembre dalle 17 alle 19. Il lbiglietto per ogni singola proiezione costa € 4.50 intero, € 3.00 ridotto. Info: info@cinemateatrodante.it