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Mercoledì 16 Marzo alle ore 21.00 alla Biblioteca Civica

PER LA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA “ARTISTI MALEDETTI” PROTAGONISTA JACKSON POLLOCK

 

Mercoledì 16 Marzo alle ore 21.00 nella Sala Conferenzedella Biblioteca Civica di Castellanza appuntamento con la rassegna cinematografica “Artisti maledetti”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza in collaborazione con l’Associazione Culturale Atelier LiveArt. La rassegna si propone di coniugare arte e cinema per far conoscere più da vicino alcuni artisti tra i più conosciuti nel mondo della pittura. Il programma della rassegna si è soffermato su artisti che, oltre che per le loro capacità artistiche, devono la fama alle loro vite controverse ed irrequiete.
La serata di Mercoledì 16 Marzo punta l’attenzione su uno degli artisti statunitensi più conosciuti, Jackson Pollock, considerato il rappresentante più emblematico dell’action painting, la corrente artistica che rappresenta il contributo americano all'informale e che consiste nel trattare la tela con ampi e violenti movimenti del pennello, attraverso "azioni" appunto dinamiche.

Nato nel Wyoming nel 1912 e figlio di un agricoltore, Pollock passò gli anni della sua gioventù tra Arizona e California, finendo per essere espulso da scuola a causa dell’indisciplina e dei problemi con l’alcol. Nel1929, nel periodo della Grande Depressione, l’artista si trasferì a New York dove già viveva il fratello Charles: in quegli anni pur vivendo alla giornata, Pollock riuscì a frequentare con il fratello le lezioni di Thomas Hart Benton all'Art Student Leaugue, che finì per influenzarlo con il suo senso del colore.
Negli anni successivi l’artista sperimentò tecniche, strumenti e materiali di pittura non tradizionali senza grande successo. Nel 1943 conobbe Peggy Guggenheim, erede di una delle famiglie più facoltose degli Stati Uniti e nota collezionista d’arte, che l’anno successivo finanziò la sua prima personale e gli aprì le porte della celebrità.

 

Nel 1945 Pollock sposò la pittrice Lee Krasner e i due si trasferirono in una fattoria con annesso fienile nella campagna di Long Island: qui Pollock costruì il suo atelier artistico dove poté sperimentare e perfezionare la sua celebre tecnica di pittura spontanea con cui faceva colare il colore direttamente sulla tela.
Furono questi gli anni di maggiore creatività del pittore americano che in questi anni si dedicò al lavoro, in particolare sviluppò la tecnica del dripping, una tecnica dell’action painting in cui il colore viene lasciato sgocciolare sulla tela dall’alto, e restò lontano dall’alcol. Questa tecnica rappresenta probabilmente la maggiore novità introdotta da Pollock nel mondo dell’arte, una tecnica che affonda le radici nei riti magico-propiziatori praticati dagli indiani d'America: le opere realizzate utilizzando il dripping   si presentano come un caotico intreccio di linee e macchie colorate, con una totale assenza di organizzazione razionale.
Dipingere è un modo di essere” sosteneva lo stesso Pollock, ma inizialmente questa suo stile pittorico venne avversato dei critici d’arte e ben presto la sua insana passione per l’alcol e una depressione latente presero il sopravvento e il pittore finì per perdere la vita in un incidente automobilistico in cui guidava la sua auto in stato di ebbrezza.
Nel 2000 l’attore, regista e produttore americano Ed Harris, interprete di numerose pellicole e con differenti nomination all’Oscar, dirige il suo primo lungometraggio, Pollock, dedicato all’artista americano. Harris è allo stesso tempo il protagonista del film che racconta tutti i risvolti del processo creativo messo in atto dal pittore, esplorando i diversi materiali usati e le tecniche pittoriche. Il film racconta degli anni in cui Pollock è già un pittore famoso, osannato dalla critica: la sua storia con Lee Krasner (interpretata nel film dall’attrice Marcia Gay Harden che grazie a questo ruolo vinse l’Oscar come miglior attrice non protagonista), l’incontro con Peggy Guggenheim, le sue doti d’artista con l’invenzione  della tecnica del dripping non ne scongiurarono la tragica fine. La sua dipendenza dall’alcol e una costante tendenza alla depressione ne causarono la prematura fine, ma non ne intaccarono la fama nel mondo dell’arte, dove spesso le mode e gli stili nascono e muoiono in pochi anni.

Ingresso libero.
Per informazioni: Ufficio Cultura – tel. 0331526263 – e-mail: cultura@comune.castellanza.va.it