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In Villa Pomini il Fondo Italiano Fotograsia presenta il libro fotografico "Castellanza. Sguardi, memorie, futuro"

 

Domenica 3 Aprile alle ore 18.00 in VillaPomini l'assessorato alla Cultura della Città di Castellanza e l'Archivio Fotografico Italiano presentano il libro Castellanza. Sguardi, memorie, futuro composto dalle immagini del recente passato e del presente raccolte dal Fondo Italiano Fotografia.
Castellanza. Sguardi, memorie, futuro  è l'appassionato omaggio alla città di Castellanza ed è, allo stesso tempo, la prima pubblicazione del Fondo Italiano Fotografia, che nasce da un progetto condiviso tra l'Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza e  l'Archivio Fotografico Italiano: un omaggio a una città che ha saputo mutare verso nuove prospettive, mantenendo inalterata la sua fisionomia e ha intuito il valore della fotografia come opportunità d'incontro.

 

Una libro fotografico che, partendo dal territorio cittadino, ben delineato in questo libro, rappresenta le esperienze e lo sguardo di differenti autori, affermati ed emergenti, che esprimono con i loro lavori un punto divista, un periodo storico, una lettura della realtà filtrata dalla propria sensibilità, un'operazione che li ha condotti nella città alla ricerca di prospettive inbilico tra passato e presente, con uno sguardo al futuro.
Concetti semplici ma funzionali, che da tempo rappresentano pienamente la filosofia dell’Afi, impegnato nella documentazione di località a livello provinciale, regionale e nazionale, dai laghi ai fiumi, dal paesaggio urbano ai beni architettonici, passando per le valli e tornando alla terra, scovando segni che nella loro intimità svelano tracce di vita, senza indugi e malinconie.
La prima parte del volume, in bianco e nero, ritrae il recente passato, gli anni ’90, che hanno segnato importanti mutamenti, da paesaggio industriale a spazio residenziale, spostando di fatto la prospettiva, intesa come atto del guardare, che solo la fotografia può interpretare pienamente per la memoria collettiva, senza ambiguità.
I tre autori, Claudio Argentiero, Roberto Bosio e Gabriele Cova, si sono misurati proprio con le modificazioni, documentando trasformazioni e smantellamenti che non sono denuncia o esaltazione del brutto, ma scene mutanti e reminiscenza, nel fluire del tempo.
Una città che cambia ma che conserva caratteristiche che la legano alla storia dell’industria, alle corti di ringhiera, alla pianificazione architettonica delle case del centro storico, dalle prospettive tipiche lombarde, ma anche proiettata ai nuovi insediamenti abitativi, disposti tra antichi muri, offrendo una parvenza rinnovata.
Incontriamo la stazione moderna, a tratti futurista, dalle linee geometriche e armoniche che pare vibrino quando accarezzate dalle folate del vento, poi la notte, che abbraccia i silenzi e addolcisce la visione, avvalendosi di atmosfere sognanti, in cui le rigorose linee degli edifici mutano in labirinti e profili d’ombra impenetrabili, immobili ma dialoganti.
Nello scorrere delle pagine emerge il colore, che trova rispondenze nella attualità della forma, come un’eco risonante che guarda al futuro senza tralasciare il passato, coniugando valori e significati, per tornare al bianco e nero, dai toni graduati, che nell’essenza si veste di grigi.
Dare un volto al reale sembra essere il filo conduttore di questo volume, con espressioni differenziate nell’intervallo del tempo, finalizzate a congiungere le aspettative biunivoche, nell’ambito di una complessiva attitudine intellettuale, che fa del pensiero il centro dell’azione e l’analisi di un sentimento, in cui la percezione assume il volto della forma, qui ben delineata.
"In dieci anni di proposte culturali, ci siamo interrogati più volte su quale fosse l’autentico significato di essere una comunità. Quali fossero quegli elementi specifici che contraddistinguono la nostra città, le nostre vite, le nostre storie personali, così da renderle uniche e speciali.
Castellanza negli ultimi decenni è così profondamente cambiata che forse i nostri nonni stenterebbero a riconoscerla. La nostra città, che è stata dapprima un borgo contadino e poi operaio, è diventata oggi una città di servizi, con due strutture ospedaliere e due università. Come cercare di capire, interpretare o descrivere questo percorso? Sembrerà strano, ma nell’era di internet, nell’era della multimedialità, lo strumento più affascinante, più intelligente, più imparziale, resta quello della fotografia. Tra tutte le forme d’arte la fotografia è la più accessibile, ci può descrivere realisticamente un volto, una situazione, oppure raccontarci una storia. Ci può riportare con precisione un dettaglio, ma può anche essere divertente, emozionante e persino educativa.
“La fotografia ti permette di fermare l’attimo, cogliere un istante, fermare il tempo. Lasciare ai posteri un ricordo della tua vita, lasciare che qualcun altro veda con i tuoi occhi.”(Giovanni Amodio)
Poter consegnare a Castellanza queste pagine è per me - dopo dieci anni al servizio della Città – un momentodi grande commozione in quanto profondamente convinto che solo con la consapevolezza di sé, della propria storia, della propria specificità si possa produrre un maggiore rispetto per l’intero habitat in cui viviamo, interagiamo ed interveniamo. Certo, il rispetto, ma anche l’amore per il nostro territorio, per la nostra storia, sono condizioni indispensabili per poter guardare ancora in maniera positiva verso un futuro che non sia solo quello dell’omologazione, dell’appiattimento culturale, del pensiero unico.
Per chi vive a Castellanza da molti anni, alcun scorci rappresenteranno - ne siamo certi - immagini che riemergono e si posizionano nella propria geometria interiore come luoghi fisici dell’anima. Spazi, angoli caratteristici, piazze, cortili, bar, oratori, luoghi che sono stati protagonisti di alcuni dei momenti più importanti della nostra vita e di cui siamo, per così dire, gelosi. Eppure a pensarci bene, queste nostre storie, non sono forse le stesse che si ripetono, anno dopo anno, generazione dopo generazione? Come la precisa sensazione che, senza accorgercene, finiamo sempre per rivivere le stesse storie di chi ci ha preceduto.
Questa pubblicazione ha altresì il compito di affiancare e rilanciare il progetto dell’Archivio Fotografico di Castellanza (www.fondoitalianofotografia.it) che ha sede a Villa Pomini. Un archivio ormai ben strutturato e organizzato, in cui pian piano, stiamo trasformando un enorme patrimonio di documenti e di vecchie fotografie di proprietà di privati e associazioni, in un punto di riferimento per ricercatori, studenti, fotografi, appassionati e cittadini, aprendo le porte alla partecipazione attiva e allo scambio di esperienze; uno spunto importante per chi dovrà immaginare e disegnare la Castellanza del futuro.
“Rispetto alla memoria, le foto hanno questo di prezioso. Che ci ricordano la vita com’era sul serio e non come la ricostruiamo a nostro piacimento con i filtri benevoli della nostalgia.”(Massimo Gramellini)" - (Fabrizio Giachi - Assessore alla Cultura e Istruzione)

Per informazioni: Uff. Cultura – tel. 0331526263 – e-mail: cultura@comune.castellanza.va.it.