Tu Wei colpisce con una pallonata il compagno di scuola Yan Shuo, che cade e si infortuna a una gamba. Sentendosi in colpa per quanto avvenuto, il ragazzo lo invita a cena e Shuo conquista immediatamente i genitori di Wei. Raccontando la sua tragica situazione famigliare - madre morta e padre alcolizzato e violento - e dimostrando di possedere un'intelligenza non comune, Shuo scatena delle sensazioni a lungo sopite presso i genitori di Wei, ormai assuefatti all'apatia del figlio, disinteressato alla scuola e dedito solo a videogiochi e passatempi futili. In breve tempo, e dopo la morte del padre, Shuo diviene una sorta di figlio adottivo prediletto, finché i signori Tu non scelgono di renderlo tale a tutti gli effetti, suscitando l'ira di Wei.
Lavorando sul canovaccio del thriller familiare, Lin Jianjie confeziona una variazione sul tema di Teorema o del mito del changeling: il giovane Shuo è l'estraneo che giunge a turbare un equilibrio familiare consolidato nella sua infelicità.
I suoi modi gentili e la sua premura nascondono un moto di rivalsa e di invidia sociale - Shuo è povero e proviene da una situazione di disagio, Wei ha una famiglia agiata - che non è mai confermata dalle azioni di Shuo, ma si annida in una luce nel suo sguardo, sottostà a ogni sua azione, troppo gentile e perfetta per essere sincera.
O forse questo è solo il pregiudizio che accompagna ogni tentativo di riscatto sociale e di reinserimento in società di un ragazzo nato sotto una cattiva stella. Lin ci porta a interrogarci sul nostro punto di vista di spettatori e sul pregiudizio che lo accompagna, lasciando in sospeso le possibili derive thrilling e le suggestioni sulla reale natura delle azioni del protagonista. Shuo sembra sempre sapere con esattezza quali pulsanti premere con i signori Tu, sa far sentire lei desiderabile e lui irraggiungibile.
Le lusinghe alla madre per il suo aspetto giovanile e al padre per la sua forza di volontà e per i molti talenti - dalla calligrafia al tennis, dall'amore per la musica classica al successo nel lavoro - ottengono l'effetto sperato: apparentemente generosi e altruisti, i Tu sono fondamentalmente dei narcisisti, bisognosi di continui riconoscimenti dall'esterno. Shuo non è solo vittima, né è un puro manipolatore: è figura ambigua che suscita empatia e repulsione allo stesso tempo, in un gioco psicologico che ribalta ruoli familiari consolidati.
In questa allegoria delle disfunzioni familiari in seno alla società cinese, è possibile leggere la parabola di un capitalismo, attratto dalla volontà di meritocrazia e di governo dei "giusti" ma contemporaneamente spaventato dalla possibilità di offrire troppe opportunità a chi cerca di risalire la scala del social gap.
Come esplicitato da un passaggio della trama, l'altro tema predominante è il cambiamento della politica del governo cinese in merito alla genitorialità. Dalla "politica del figlio unico", in vigore in Cina dal 1979 al 2013 - che ha portato i genitori di Wei alla dolorosa scelta di un aborto - il governo di Pechino è ora tornato a incentivare le nascite e i saliscendi del nucleo familiare protagonista riflettono quelli politici.
Quello di Lin Jianjie è un debutto promettente, non privo di qualche fragilità - alcuni simbolismi enfatici e un po' ovvi, come la spina di pesce in gola - che immerge in una scenografia gelida e illuminata costantemente da luci artificiali una vicenda raccontata alla maniera di Michael Haneke. Un gioco di sottrazioni e di ambiguità, che mantiene costantemente alta la tensione e che lascia molti interrogativi insoluti.
Fonte: Mymovies